sabato 20 dicembre 2014

MAGIA DEL NATALE

Erano tutti lì, radunati per ricordare qualcosa in quella fredda notte senza stelle né luna.
Attanagliati dal gelo della neve caduta in abbondanza speravano di trovare nella vicinanza fisica un po' di calore.
Nessuno immaginava.
Nel presepe allestito sul sagrato il piccolo pagliericcio era vuoto e spento come i lampioni che fiocamente illuminavano la piazza.
Non uno sguardo benevolo né compassionevole, soltanto teste chine a celare malumori e risentimenti.
D'improvviso una luce venuta da chissà dove o materializzata lì per lì.
Nessuno avrebbe immaginato.
Non era una luce qualsiasi né splendeva in cielo; non era qualcuno né qualcosa, ma solo un sentimento, l'eco di un racconto lontano, una cartolina d'altri tempi.
Avanzò lieve ma tenace, a raggiungere cuori e coscienze, mani e portafogli, conti correnti e buste paga, miseria e nobiltà d'animo.
Non se ne accorsero: gli sguardi fissi al pavimento cercavano un appiglio al quale aggrappare le suole delle snickers e gli orecchi erano tesi all'ultimo squillo dell'IPhone.
Eppure era lì, presente, puntuale come ogni anno, nonostante le frenesie del pre e del post, dei pranzi e degli aperitivi con gli amici, delle cene aziendali, dei regali riciclati o riciclabili, delle carte sprecate o delle mail subdole e ipocrite.
Nessuno vide né percepì il tocco, la deposizione su quella mangiatoia che mille e mille anni prima era stata molto più accogliente.
C'era e nell'attimo in cui si palesò anche le lancette della torre campanaria si fermarono. Pochi attimi per dire al mondo che si può e che basta poco.
Nessuno voleva immaginare.
Un gesto inconsulto, ma non d'abitudine, un simbolo di fratellanza contro guerre assurde e banali battibecchi.
Erano lì per qualcosa, ma non sapevano che sarebbe cambiato il mondo per quello: si strinsero la mano in contemporanea e formarono una catena che raggiunse mari e monti, paesi sperduti e città metropolitane, vecchi e bambini, giovani rampanti e belle signorine, genitori e figli, amanti e regnanti...
L'ultimo anello si chiuse e fu: PACE IN OGNI LUOGO E PER TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'.

Buon Natale e Felice Anno nuovo da YSSY LICETTI

domenica 14 dicembre 2014

QUALITA' EDITORIALE


Riporto anche qui un mio commento a una discussione su LINKEDIN a proposito di QUALITA' EDITORIALE:
"Qui il discorso non è sull'evoluzione in sé e per sé, ma in cosa e come ci si possa eventualmente evolvere.
Io credo che sia giusto anche sperimentare e cogliere usi popolari della grammatica per dare al manoscritto un tono vicino più al lettore medio che ai professori o gli intellettuali, ma fintanto che si passano errori come licenze poetiche non credo si possano fare grandi passi avanti.
Proprio questa mattina ho assistito a un concerto di musica contemporanea - derivazione della classica - nel quale ho ritrovato echi dei maggiori compositori dell'inizio del secolo scorso. Ora: se i maestri del 900 hanno fatto scuola e hanno avuto ripercussioni che si protraggono, sia pur a livello accademico, fino ai nostri giorni, tanto di cappello, ma non credo che questa sia una evoluzione della musica.
Tra il pubblico poi c'era anche un ragazzino in età scolare che pareva ascoltare attento e buono accanto alla nonna.
Se io che ho studiato un po' di musica riesco a capire le sfumature, le derivazioni, le contaminazioni, cosa potrà ereditare quel ragazzino che magari  tra qualche anno si dedicherà solo al rap?
Stesso discorso per la letteratura o come la chiamiamo noi ora, la scrittura (anche la discesa di livello è da tenere in conto nelle considerazioni): cosa resterà della lingua italiana e di quello che potremmo definire buona narrativa alle generazioni future?
Solo errori che nemmeno gli editor decantati e ricercati fanno notare facendoli passare come peculiarità dell'autore?
L'indignazione è d'uopo, la matita rossa va appuntita e... ai posteri l'ardua sentenza. "

Cari colleghi autori, se è lecito sperimentare, non fatelo a discapito della grammatica né dell'eredità che lasciate alle future generazioni. Non finireste mai - o forse anche no - sulle antologie scolastiche, ma non trinceratevi dietro la paura degli strali degli studenti.