Carissimo,
mi dispiace, ma non sai quanto io mi sia sentita in dovere di dirti le
cose che ti ho detto ieri sera.
Scusa la mia schiettezza, ma fa parte di me e un’amica non è un’amica
se si trattiene, soprattutto in casi come questo.
So che ti sei offeso. Ti ho visto andartene con la faccia mogia e
l’espressione di chi manda a quel paese. So che avrai anche pianto per aver
udito le mie parole, ma non ho potuto proprio farne a meno.
Certo fa male anche a me, credimi e ti avrei rincorso se non fosse stata
la mia rabbia a trattenermi. Rabbia per vederti così, indeciso al limite del
menefreghismo, sciatto e inetto quanto basta per non reagire nemmeno se ti
passano sopra con un camion. No, a urlare dovevi essere tu e non io.
Sei così tanto scettico e deluso dalle nostre battaglie? Cosa ne è del
tuo ardore contro l’ingiustizia e del tuo impegno sociale? Tempo e fatica
sprecati, pensi.
No: l’umanità non si cambia restando seduti ad aspettare il treno.
Ognuno deve fare la sua parte, ogni giorno e in ogni luogo. Ricorda: il potere
appartiene al popolo, soprattutto nel giorno delle elezioni.
In un certo senso però non ti biasimo ora, dopo una notte che forse ha
portato solo a me consiglio. Alternativa seria e valida non c’è o non si è
presentata o non ha raggiunto il quorum alle primarie.
Ma noi nell’urna non inseriamo solo una scheda: affidiamo il nostro
pensiero e la nostra fede nel futuro, con lo scettro delle rimostranze fino
alla rivoluzione. Abbiamo noi la pala in mano. Pala o forcone se vuoi, ma
dobbiamo difenderci. Non possiamo considerare il nostro compito assolto usciti
dal seggio: siamo cittadini e anche se pensi di subire, hai il diritto a
protestare.
Non si protesta standosene a casa a guardare il telegiornale. Si
protesta agendo onestamente, rispettando le leggi e alzando la voce per fare
proposte serie e concrete.
Si protesta facendo funzionare gli ingranaggi senza abbassare la
testa.
Tu preferisci ora ritirarti a leccare le ferite, quelle inferte per
invidie mai sopite e sempre mal celate. Ok, fai pure, ma ricorda che il mondo
gira e con esso l’umanità.
Anche io mi alzo la mattina per andare al lavoro con sempre meno
voglia, ma non saprei che farmene del tempo se mi rintanassi senza un motivo.
Ti passerà anche questa. Ti conosco, non sai stare nemmeno tu troppo
tempo “fuori”. Se vuoi ti aiuto ad alzarti con nuova linfa, nuova energia,
nuovo vigore, nuove idee.
Insieme sarà più facile o forse anche divertente. Non rimanertene ora
in disparte solo perché un’amica ti ha detto in faccia che voltare pagina non deve
significare voltar gabbana!
Si cambia, certo e noi non ti fermeremo né ti obbligheremo a restare
se non vuoi. Se qualcosa è andato storto, diamolo come un incidente di
percorso, traiamone gli insegnamenti del caso e andiamo avanti.
Dai, non essere permaloso e discutiamone. Magari ne nasce qualcosa di
bello.
Io sono qui e ti aspetto a braccia aperte, anche se andrò avanti, con
o senza di te. Qui dove la mia e la tua passione sono fiorite, qui dove il
futuro è già adesso.
Costruiamolo insieme, ti va?
Riprendo con questo pezzo la serie degli INDIFFERENTS, dato che qui l'argomento si fa un po' politico di sottofondo. Non abbiatemene se la regolarità in questo senso non è proprio precisa, ma si sa che gli argomenti non mancano quasi mai. Ciò che qui gioca un ruolo decisivo è il timing della pubblicazione. A voi il verdetto.
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